Gracias Silvio, nunca te olvidaremos!
Silvio, non ci lasciare!
Le sue battute di dubbio gusto non sono piaciute agli stranieri. Ma se Berlusconi perde le elezioni, per i corrispondenti che lo seguono finisce il divertimento, scrive Nicholas Rigillo.Inutile nasconderlo: in via dell'Umiltà, a Roma, c'è grande preoccupazione per la possibile sconfitta elettorale di Silvio Berlusconi dopo cinque memorabili anni al potere. Per chi non lo sapesse, in via dell'Umiltà non c'è solo la sede nazionale di Forza Italia, ma anche l'Associazione della stampa estera. Anche se il padrone di casa del civico 36 ha lanciato spesso le sue invettive contro gli inquilini dell'83c, non c'è dubbio che "l'Internazionale comunista" – come la chiamerebbe Lui – debba essere profondamente riconoscente al Cavaliere.Dopotutto, ci chiediamo alla Stampa estera, dove lo troviamo un altro politico italiano capace di suscitare tanto interesse nelle redazioni di tutto il mondo, risvegliandoci dal torpore romano e regalandoci gloria insperata (agli stipendiati) e denaro (ai freelancers)? Sono i fatti stessi che parlano, raccontando un quinquennio imprevedibile e molto movimentato – non sempre, però, per colpa di giudici "zelanti" o politici "prevenuti".Mettiamoci nei panni dei colleghi tedeschi, per esempio: quando mai gli ricapiterà di vivere un'emozione come quella dell'estate del 2003, quando Berlusconi fece la più spettacolare apparizione di sempre al parlamento europeo, accusando l'aula di essere piena di "turisti della democrazia" e dando del nazista a un europarlamentare tedesco? Era dai tempi degli "strunz!" di Giovanni Trapattoni che non si vedevano i colleghi della Frankfurter Allgemeine Zeitung e dello Spiegel così perplessi e affascinati allo stesso tempo.Penso, poi, ai miei concittadini britannici, a cui Silvio ha regalato una chicca da prima pagina – "Berlusconi rinuncia al sesso fino alle elezioni" (The Telegraph, gennaio 2006) – dopo averli scandalizzati incontrando Tony Blair in bandana (Bbc, agosto 2004) e dicendo che Mussolini era un brav'uomo che mandava i suoi nemici in vacanza oltre confine (The Spectator, settembre 2003). E che dire dei colleghi danesi? Come potranno dimenticare la visita a Roma del loro primo ministro, che durante una conferenza stampa ufficiale si sentì dire: "Rasmussen è il premier più bello d'Europa. Penso di presentarlo a mia moglie" (Ekstra Bladet, ottobre 2002)?Secondo Paolo Guzzanti, senatore di Forza Italia, "Berlusconi è schietto e politically incorrect, ed è proprio questo che lo rende così popolare" (The Spectator, ottobre 2003). Sarà anche vero, ma all'estero non tutti sembrano apprezzare quelle che Massimo D'Alema ha definito le "gaffe planetarie" di Berlusconi. I finlandesi, per esempio, non si sono per niente divertiti quando il Cavaliere si è vantato di aver corteggiato la loro presidente, Tarja Halonen, per assicurare a Parma la sede dell'agenzia alimentare europea – per giunta dopo aver insultato la loro cucina (Helsingin Sanomat, giugno 2005).Negli Stati Uniti, dove il politically correct è sacro, un premier che invitava gli imprenditori a investire in Italia perché ci sono "le segretarie più belle del mondo" (Time, ottobre 2003) ha fatto ridere pochi. E nessun giornale del Medio Oriente ha trovato divertente il suo riferimento alla "superiorità morale dell'occidente" rispetto all'islam (agenzie, settembre 2001), proprio nei giorni in cui il suo amico George W. Bush cercava di avvicinare alcuni paesi arabi.Di sicuro non sarà piaciuto ai cameramen e ai fotografi, che di rado hanno il permesso di ritrarlo liberamente. Devo ammettere però che io mi sono divertito non poco a seguire uno degli uomini politici più originali del nostro tempo. E come mi ha fatto notare un collega olandese preoccupato: "Speriamo che gli italiani, il 9 aprile, facciano la cosa giusta".
Chi è l'autore? Nicholas Rigillo è corrispondente per l'agenzia di stampa tedesca Deutsche Presse-Agentur (Dpa).
Consiglio a tutti di vedere questo documentario, imperdibile!
http://www.quandocerasilvio.com/
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